La Pizzetta Cagliaritana

Arrivati a Cagliari sarà impossibile non assaggiare anche a colazione le famose pizzette Cagliaritane che sono presenti in ogni bar e pastificio. Tonda, piccola ma non troppo, fatta di una pasta sfoglia dorata che abbraccia un succulento sugo di pomodoro all’origano

Un’origine che sfuma tra storia e leggenda, una rivalità con il “rustico” leccese che poggia su argomenti sbagliati. E un effetto ciliegia, l’una tira l’altra, quando la mangi

La pizzetta sfoglia cagliaritana è una vera e propria icona di stile, molto instagrammata da turisti e cagliaritani grazie alla sua bella forma rotonda, ai sottili veli di pasta sfoglia e al colore beige deciso da cui fa capolino qualche pennellata di sugo di pomodoro. Golosa, gustosa e friabile, è un prodotto tipico, da pochi mesi riconosciuto anche dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e dalla Regione Sardegna.

Ha un gusto unico, dolce-salato, che la rende adatta ad essere accompagnata sia da caffè e cappuccino, un po’ come succede con la focaccia genovese, sia con birra e cocktail, per un aperitivo sfizioso. Un prodotto identitario senza dubbio, in cui i cagliaritani si riconoscono, per cui le migliori pasticcerie e i panifici più blasonati fanno a gara nel produrla.

La ricetta è semplice, gli ingredienti originari pochi: pasta sfoglia, salsa di pomodoro, qualche cappero.

La nascita fra storia e leggenda

Si racconta che un pasticcere cagliaritano avesse, negli anni Cinquanta, della pasta sfoglia in più, avanzata dalla produzione dei croissant. Allora pensò di usare questa pasta sfoglia “coppandola” con un tagliapasta rotondo, per ottenere una piccola pizza, aggiungendo un po’ di salsa di pomodoro che aveva per caso e due capperi di Selargius, paese lì vicino, dove i capperi sono particolarmente buoni. Un prodotto di recupero, povero, senza neppure un po’ di formaggio… Lo mise in vendita e piacque tantissimo. Erano gli anni del Secondo Dopoguerra, la gente tentava timidamente di tornare alla normalità e di mangiare cose buone, dimenticando i razionamenti e la fame patiti in guerra.

Lo rifece più volte sino a che alcuni suoi colleghi lo imitarono e il prodotto divenne sempre più comune e diffuso, sino ai giorni nostri insomma.

Un piccolo lusso nel Dopoguerra

Tra le testimonianze che hanno fatto riconoscere l’iscrizione al Ministero come PAT (prodotto agroalimentare tradizionale) della Sardegna quella del maestro pizzaiolo Roberto Meloni, che ricorda di averla preparata negli anni Ottanta; di Annalisa Saddi, nipote della celebre Mariuccia della pasticceria di Pirri, che rammenta quando alla propria cresima, il primo luglio 1979, vennero servite anche le loro pizzette sfoglia al rinfresco.

Inspiegabilmente le fonti storiche non nominano la pizzetta sfoglia sino alla fine degli anni ’90, quando il folklorista Gino Camboni la cita in un raro saggio, ma chiedete ad alcuni anziani panettieri che con affetto la ricordano bene sin dagli anni Cinquanta, quando concedersi un prodotto così costituiva appunto un piccolo lusso ghiotto e una rivincita sulla povertà patita in guerra.